GUERRA

Civil war
Mark Millar e Steve McNiven
Marvel - Panini

Nella mia classifica di preferenze fumettistiche i classici supereroi americani galleggiano nelle ultime posizione. Sia chiaro li amo quasi tutti, ci sono cresciuto, adoro Thor (folgorato in un Supergulp d'annata), l'Uomo ragno, i Fantastici Quattro e Iron Man, ma sono più attratto dalla loro esistenza che dalle storie messe su carta, sopratutto a causa del tratto tipico del fumetto statunitense così iperealistico e precisino, mi annoia gli occhi.
Fortunatamente ho un fratello che raccoglie ciò che io tralascio ed è così che, un giorno, mi è capitato di raccogliere i sette capitoli della saga "Civil war".
Ne avevo già letto su internet, ma per i motivi suddetti non avevo approfondito la questione.
La storia è semplice quanto rivoluzionaria: il governo degli Stati Uniti vogliono che ogni supereroe, per poter fare il suo lavoro, debba registrarsi in una lista segreta svelando così la sua identità.
La decisione di far calare quella maschera che proteggeva tanto la privacy dell'eroe quanto la vita delle loro famiglie crea una spaccatura tra i "superdotati" creando due fazioni guidate rispettivamente da Tony Stark (Iron Man), a favore della legge, e Capitan America contro.
La storia rovescia così le classiche caratteristiche dei personaggi, il simbolo dello spirito americano si ribella alla Nazione, mentre il miliardario senza scrupoli si erge in sua difesa. Basta l'idea della storia per capire come la Marvel sia riuscita ancora una volta a rinnovare uno schema che non si logora mai.
Tra unioni, sorprese e tradimenti questa saga costringere il mondo dei supereroi a scontrarsi con i loro impulsi più violenti e a tradire i loro ideali.
Nemmeno la fine porterà veramente la pace.

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