UNA SECONDA POSSIBILITA'


UN CIELO RADIOSO
Jiro Taniguchi
Coconino Press

Ho già parlato di Taniguchi in queste pagine, che per pigrizia e poca solerzia ho abbandonato negli ultimi mesi. L'ho citato perché rappresenta per me uno dei punti cardini del fumetto nonostante non sia un amante del Manga.
Nelle ultime settimane la Coconino ha stravolto i ritmi lenti ,classici delle pubblicazioni del maestro giapponese, con due libri arrivati in libreria a poca distanza l'uno dall'altro: "La ragazza scomparsa" e "Un cielo radioso".
I due volumi non si equivalgono per valore (crudo e coinvolgente il primo, piagniucoloso e scontato il secondo), ma permettono di completare un quadro più ampio dell'opera di Taniguchi: in molti dei suoi racconti, infatti, i protagonisti hanno la possibilità di raddrizzare la propria vita e il rapporto con la propria famiglia grazie ad una inaspettata, e talvolta irreale, seconda chance.
Capitava così al protagonista di "Al tempo di papà", che leniva finalmente l'odio nei confronti della madre, all'uomo ritornato indietro nel tempo di "In una lontana città" che scopriva le ragioni dell'abbandono da parte del padre fuggito di casa, e ora all'alpinista solitario e al padre di famiglia di "Un cielo radioso" che, attraverso un corpo in "affitto", tenta di dare un ultimo saluto ai suoi cari prima di morire.
Tutti questi personaggi sono, a loro modo, degli eroi in quanto fanno sempre la cosa giusta anche se trattenuti da odi, gelosie e sentimenti di vendetta, ma Taniguchi è così bravo a districare questo complesso groviglio di tensioni interne che non si può non perdonargli l'affetto che prova per le loro sorti.
Gli ultimi due volumi aggiungono due nuove annotazioni, in positivo e in negativo: l'alpinista di "La ragazza scomparsa" è una persona ombrosa, ma sincera, divisa tra i sensi di colpa nei confronti dell'amico morto durante una scalata e della vedova, unico amore della vita a cui ha preferito la montagna, e l'affetto paterno per la loro figlia.
Quest'uomo si trova costretto a lasciare la sua amata città per salvare la ragazza e si immerge nella metropoli scoprendone amaramente il lato più torbido e perverso.
Taniguchi riesce a creare una tensione emotiva quasi inedita nei suoi racconti che porta nuova linfa al suo fumetto. Cosa che non avviene in "Un cielo radioso", dove tutte le situazioni create da Jiro sembrano una ripetizione monotona dei libri passati, con riferimenti al paranormale troppo accentuati.
Un passo falso, certo, ma se poi ci si allontana un po' dalle pagine e si torna rimirare i suoi disegni, allora il tempo passato nella lettura pare tutt'altro che buttato.

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STRIP#6 - UN PESCE DI NOME PANDA


Panda likes
Giacomo Bevilacqua

Su vari siti di disegnatori e lettori di fumetti scalpita il nome di una striscia apparsa quest'anno sul web.
Si tratta della creazione di Giacomo Bevilacqua fumettista dall'indubbio talento grafico, e dal gusto dolce e ironico trasferito nel suo personaggio.
La striscia "A panda piace" racconta in modo minimale ma efficace le avventure di un Panda che asseconda ogni suo desiderio, sogno ed ispirazione.
Questo animale tenero e bonario ci fa vivere tutti i sogni e le fantasie più strane a cui la nostra coscienza e timidezza mettono un freno.
Una fabbrica di sorrisi per chi non si può più permettersi di essere un bambino.

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STRIP# - 5 PLANTIGRADI TRIPPONI


Orso Ciccione
FLavio Nani
Shockdom

Per chi associa i fumetti alla sensazione della carta sotto i popastrelli, alle copertine colorate e al gradevole odore di colla l'avvento del fumetto su internet è stato un ulteriore motivo per rimpiangere i "so called" bei tempi andati.
In realtà, secondo il sottoscritto, il fumetto su internet è l'unica possibilità di vita e prosperità distrip, serie e romanzi. Il webdarà la possibilità di offrire il proprio lavoro direttamente alla nicchia di riferimento evitando di rischiare su tirature esagerate e costose.
In Italia la casa editrice Shockdom sta effettuando un grande lavoro di promozione e scouting di web-fumettari per la maggior parte dediti a strip.
In questo spazio tornerò a citare molti dei nomi che trovate sul sito Shockdom.com , ma oggi voglio parlare di una delle striscie che più mi diverte, quella creata Flavio Nani alias Orso Ciccione. Il plantigrade trippone e la fedele compagna, la Gatta Bastarda, sono i protagonisti (nelle parti di torturato e torturatrice) di fulminanti sketch tragicomici che lasciano sempre con un sorriso stampato in faccia.
Nani, dotato di un tratto semplice ed espressivo, ha la dote di conoscere a menadito i tempi comici e di riuscire a dosare i suoi tormentoni senza risultare ripetitivo. 
Così, anche se nello spazio di una vignetta rieccheggia soltato l'eco di un manganello,  tutti sappiamo che, anche questa volta, l'Orso ne ha combinata una delle sue e la gatta gliela sta facendo pagare.


p.s. Primo post scritto da Google Chrome! Che blog all'avanguardia!

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GUERRA

Civil war
Mark Millar e Steve McNiven
Marvel - Panini

Nella mia classifica di preferenze fumettistiche i classici supereroi americani galleggiano nelle ultime posizione. Sia chiaro li amo quasi tutti, ci sono cresciuto, adoro Thor (folgorato in un Supergulp d'annata), l'Uomo ragno, i Fantastici Quattro e Iron Man, ma sono più attratto dalla loro esistenza che dalle storie messe su carta, sopratutto a causa del tratto tipico del fumetto statunitense così iperealistico e precisino, mi annoia gli occhi.
Fortunatamente ho un fratello che raccoglie ciò che io tralascio ed è così che, un giorno, mi è capitato di raccogliere i sette capitoli della saga "Civil war".
Ne avevo già letto su internet, ma per i motivi suddetti non avevo approfondito la questione.
La storia è semplice quanto rivoluzionaria: il governo degli Stati Uniti vogliono che ogni supereroe, per poter fare il suo lavoro, debba registrarsi in una lista segreta svelando così la sua identità.
La decisione di far calare quella maschera che proteggeva tanto la privacy dell'eroe quanto la vita delle loro famiglie crea una spaccatura tra i "superdotati" creando due fazioni guidate rispettivamente da Tony Stark (Iron Man), a favore della legge, e Capitan America contro.
La storia rovescia così le classiche caratteristiche dei personaggi, il simbolo dello spirito americano si ribella alla Nazione, mentre il miliardario senza scrupoli si erge in sua difesa. Basta l'idea della storia per capire come la Marvel sia riuscita ancora una volta a rinnovare uno schema che non si logora mai.
Tra unioni, sorprese e tradimenti questa saga costringere il mondo dei supereroi a scontrarsi con i loro impulsi più violenti e a tradire i loro ideali.
Nemmeno la fine porterà veramente la pace.

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CENTO DEMONI


Linda Barry
Linus
Baldini e Castoldi

Uno degli aspetti per cui ho sempre apprezzato Linus è la capacità di rinnovare il suo parco autori con proposte sempre diverse e, soprattutto, mai in linea con il passato.
Una delle migliori scoperte degli ultimi anni è stata la pubblicazione dei mini-racconti "Cento demoni" di Linda Barry.
Linda Barry è una simpatica signora americana del Wisconsin, amica di vari cartoonist e compagna di università di un tale Matt Groenig che, per primo, fece in modo di pubblicare le sue strip sul giornale d'istituto.
In realtà per lei il fumetto non è l'unico modo con cui esprime il suo talento: qualche anno fa la Baldini e Castoldi ha pubblicato il suo romanzo intitolato "Uno schifo di storia" in cui veniva a galla un lato più crudo e disperato rispetto al mondo tanto dolce quanto amaro delle sue strip.
I "cento demoni" della Barry sono tutte le piccole cose che ci segnano da bambini e che ci porteremo per tutta la vita che lei illustra con un tratto molto grezzo e patchwork con cui riesce ad illustrare con intelligenza e ironia la psicologia infantile.
Purtroppo, a parte il romanzo, in Italia non è stato pubblicato nient'altro della Barry e anche Linus, una volta conclusa la serie "I cento demoni", non le ha più dato spazio.
Fortunatamente estiste ancora internet e la Barry è un autrice che non si preoccupa di pubblicare un sacco di materiale sul suo sito.
Speriamo che, prima o poi, qualcuno torni a parlarne.

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STRIP #4 - FROCI


Ralf König
Linus

Tra i tanti autori di fumetti che arricchiscono le pagine di Linus il primo che vorrei citare forse non è il mio preferito, ma è quello che mi sorprende sempre. Ralf Konig è un disegnatore tedesco che mescola nelle sue storie l'universo etero con quello omosessuale marcandone democraticamente i difetti, le curiosità e le stranezze.
Il risultato sono piccoli affreschi di realtà quotidiana osservati in modo distaccato ma irriverente in cui ogni personaggio viene disegnato evidenziandone i tratti somatici facendo così scomparire le differenze tra etero e gay in un mondo fatto di grandi emozioni e delusioni.

IL TEMPO NON FA IL SUO DOVERE

Valentina
Guido Crepax
Linus

Questo blog nasce dalla volontà di parlare seriamente di un argomento che mi sta molto a cuore, i fumetti, attraverso il mio personale gusto.
Non sono capace di riempire un blog con i miei fatti personali (c'ho provato), ma capita che, ripescando nella mia memoria tra i fumetti che ho letto, mi ritrovi a collegarli con parti della mia vita.
Così, mentre lavoravo ad un nuovo post, ho iniziato a pensare a Linus e quando ho iniziato a leggerlo.
Nella mia memoria è una scoperta avvenuta dopo la chiusura di Comix, ma poi mi è tornato in mente di averlo letto molti anni fa, quando, appena teenager, ero ospite dai miei nonni e dormivo nella stanza di mio zio la cui libreria disponeva di una vasta collezione del settimanale della Baldini e Castoldi.
Ricordo che Linus era pubblicato in formato quasi Bonelliano e che non ci capivo molto, a dire il vero, ma per passare il tempo mi ero letto tutte le avventure di Valentina.
L'eroina di Crepax, dopo Il Giornalino e Topolino era il mio primo approccio con un fumetto adulto e forse il mio giudizio venne influenzato anche da questo, ma a distanza di tutti questi anni non sono ancora riuscito ad apprezzare l'opera del disegnatore italiano.
A parte lo stile, meraviglioso, e l'indubbio valore erotico (che mi colpì da teenager), non sono mai riuscito a farmi catturare dalle sue storie che mi ricordano sempre quei film porno in cui la trama non serve altro che a far lasciare sola la moglie viziosa con l'idraulico.
Così a metà storia ritrovavamo Valentina immancabilmente nuda, ma dopo l'applauso, chi aveva ancora voglia di andare avanti?

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BOCCIATO



Brad Barron
Sergio Bonelli Editore
Tito Faraci

Credo che l'operazione delle miniserie e dei romanzi a fumetti (mi dicono già chiusi) sia stata una delle migliori cose proposte dalla Bonelli dopo anni di polvere accumulata dalla non sempre eccelsa serialità (a cui sono devoto, sia chiaro).
L'idea di comprimere in una ventina di numeri la creatività degli autori ha permesso di avere dei personaggi che non fossero costretti a vivere per sempre, ma che potessero avere una storia più intensa e ricca di cambiamenti, anche drastici.
Il debutto, anche se preceduto da una serie più lunga come quella di Gea, è spettato a "Brad Barron", nuova opera di Tito Faraci in cui si mescolavano le avventure fantascientifiche alle ambientazioni anni '50.
La storia è quella un eroe tutto testa e muscoli: uno scienziato che, tornato dalla guerra, si vede costretto a salvare il mondo e la sua famiglia dall'invasione degli alieni Morb.
I diciotto capitoli di questa saga si sviluppano su due rami paralleli: la ricerca ossessiva di Brad dei propri cari, e i continui tentativi dei Morb di catturarlo, ma non per terminarlo (sia mai!), solo per studiarlo in quanto essere prodigioso per forza, coraggio e intelligenza.
In tutte queste avventure, purtroppo, il personaggio è stato sempre raffigurato come un totem eroico in stile Tex-iano a cui accadono tutte le sfighe del mondo, ma da cui ne esce sempre incappando spesso in qualche forzatura (vedi gli alieni intelligentissimi ma deboli come larve).
Così, dopo aver avuto la conferma che la conclusione della saga non avrebbe avuto alcuna sorpresa di rilievo (magari la famiglia poteva non sopravvivere, magari...) non si può che rimanere con l'amaro in bocca per un'opera che dal punto di vista narrativo è risultata piuttosto scadente.

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STRIP #3 - L'ORIGINE DEL GATTO

Isidoro - Heathcliff
Topolino
Walt Disney

Felix, Tom e Gatto Silvestro sono i primi gatti protagonisti di fumetti o dei cartoni animati .
C'è chi dice che anche Gambadilegno fosse un felino, ma io non ci credo: anche se il gatto che ha come acerrimo nemico il Topo(lino) sembrerebbe essere perfetto per la trama.
Per quanto mi riguarda, se devo pensare ad un gatto dei fumetti mi viene naturale pensare a Isidoro, il protagonista (con Sansone, alias Marmaduke) della pagina delle vignette comiche di Topolino che ho riscoperto recentemente acquistando ad un mercatino dell'usato alcune copie del settimanale della Disney pubblicate negli anni Novanta.
Per stazza, colore e acume molti confondono l'opera di George Gately (scomparso nel 2001) con Garfield di Jim Davis, che inventò il suo gatto cinque anni in ritardo su Isidoro.
Entrambi mostravano tutto l'amore dell'autore per un animale dolce quando sadico esagerandone i tratti cinici e divertenti, ma se Isidoro cercava di assomigliare sempre di più all'uomo, Garfield godeva della sua tipica perfidia felina.
Quest'ultimo deve parte del suo successo proprio a Gateley che iniziò a trasformare il protagonista dei suoi disegni in una vera macchina da marketing, quando ancora questa parola (odiosa) non esisteva. Creò gadget e realizzò una serie TV e alcuni film, cosa che ha riproposto a livello globale Davis: basta andare sul sito di Garfield per capire che il fumetto è retrocesso a parte comprimaria di un affare troppo grosso per essere trattato su questo blog.

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L'UOMO CHE OSSERVA


Jiro Taniguchi
La Ragazza Scomparsa
Coconino
€ 18, 00

La collana pubblicata da La Repubblica dedicata ai grandi del fumetto è stata una delle migliori operazioni editoriale su questo argomento. O almeno secondo il mio pallido parere.
Tra i tanti maestri del racconto disegnato c'era anche un numero dedicato a uno dei pochi mangaka che io abbia mai gradito, Jiro Taniguchi.
A parte la saga di "Ai tempi di Bocchan" (un giorno me la farò regalare per intero) negli anni ho raccolto quasi tutto quello prodotto da Jiro rimanendo sempre esterrefatto dal modo in cui lui riesca ad affrontare qualsiasi tema, dal racconto breve culinario, al western, all'avventuriero al noir.
Nei suoi disegni coincidono un linguaggio narrativo semplice ed efficace ed un tratto minuzioso che esplode in paesaggi mozzafiato.
Ecco, il meglio di sé Taniguchi lo dà quando, come i protagonisti dei suoi racconti, allarga lo sguardo su quello che ci circonda e i suoi disegni così minuziosi ci regalano la vista su un modo che non potremmo mai più vedere.

"Ho scalato il monte Fuji... Sì, si trova anche in questa città".
Da "L'uomo che cammina"

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